lunedì 25 luglio 2016




Grazie a Rosalba Falzone per la stilizzazione del mio volto




L’interprete Lis: un lavoro cerniera per persone che emigrano due volte in Patria.

La storia dei sordi è costellata di esperienze che rimandano continuamente a divisioni, interne ed esterne, filosofiche e scientifiche oltre che costituzionali: da Platone a Sant’Agostino fino ad arrivare al Congresso Internazionale di Milano.
* Il "Congresso Internazionale per il miglioramento della sorte dei Sordomuti", tenutosi a Milano dal 6 all'11 settembre 1880, approvò una risoluzione che esaltando la lingua orale bandiva la lingua dei segni adducendo, come motivazione letterale, “la non dubbia superiorità della parola sul gesto” con l’inevitabile conseguenza dell’affermazione del metodo educativo d’insegnamento incentrato sull’oralismo puro*.
Nonostante la presenza, benché minoritaria, di persone sorde si fosse schierata a favore dell’insegnamento della lingua dei segni all’interno degli Istituti, di fatto l’insegnamento della lingua dei segni venne bandita e così anche gli insegnanti sordi negli Istituti.
A cavallo della chiusura degli Istituti Speciali per Sordomuti si insidiò una profonda frattura tra il mondo dei sordi e quello degli udenti. Ecco perché dalle diverse metodologie applicate  per l’educazione delle persone sorde alle loro storie di figli e figlie, bambini strappati alle famiglie di provenienza, la storia dei sordi è imprescindibile dalla storia della comunicazione visivo-gestuale. Tutto il passaggio intermedio attiene, infatti, ad un passaggio culturale che vede nel riconoscimento delle lingue segnate, il dato per esprimere la diversità non come un deficit sensoriale, quanto piuttosto come un valore identitario. 
Riconoscere una lingua è ufficializzare un patrimonio di conoscenze e abitudini che la comunità sorda vive in maniera sempre più cosciente e, questo, a partire dagli sviluppi della ricerca scientifica e tecnologica.
Così mentre gli udenti al contatto con la società globalizzata, scelgono la colonizzazione linguistica da parte dell’inglese e l’italiano acquisisce sempre più parole “importate” i sordi viaggiano in direzione opposta e contraria.
Ora che hanno la possibilità di vedersi con i nuovi strumenti tecnologici, si riconoscono anche in questa lotta comune verso la parificazione dei diritti. Va da sé che, al pari di ogni trasformazione socio-linguistica e antropologica, l’interprete di oggi è chiamato a presentire i segnali del cambiamento, a parteciparne con la distanza che si chiede ad un mediatore culturale, la stessa figura ponte tra due culture in continuo cambiamento. Interpretare oggi non è solo facilitare il rapporto con la cultura di maggioranza ma riportare a quest’ultima il valore insito in una storia fatta di rinunce e soprusi, spazi di conquista e non riconoscimenti, accenni di consapevolezze e sofferenze.
Oggi il sordo sa di chiamare un professionista nelle necessità in cui la legge prevede la sua presenza per un naturale desiderio di miglioramento della propria condizione. Così da una figura “facilitatore”delle relazioni con la società si è passato ad un ruolo che richiede sempre più competenze, in primis, sul piano conoscitivo: il sordo oggi chiede l’Interprete Scolastico, come è giusto che sia.
Cosicchè il ruolo dell’interprete piuttosto che dell’Assistente alla Comunicazione Lis si pone come ruolo di confine sulla base di tutte le oscillazioni che le dinamiche del riconoscimento funzionale della lingua porta con sé. Non solo, a cambiare intanto, è anche il modello organizzativo di tutta la società e del sistema di comunicazione imperante, così se da un lato si avanza verso i contenuti dell’accessibilità, dall’altra si indietreggia sulle garanzie reali affidate alle comunità delle persone sorde, in un divario che rischia di frazionarsi ulteriormente per le stesse logiche politiche che vogliono la divisione dell’Italia in regioni del Nord piuttosto che del Sud.
L’assenza di un’omogeneità sul piano nazionale delle risorse e dei risultati raggiunti porta la condizione del sordo a continuo “Emigrante in Patria due volte”.
Da bambino per necessità, con tutte le conseguenze che possono scaturire sul piano psicologico da un meccanismo di allontanamento forzato dai propri affetti e, da adulto ancora, perché le Regioni che vantano punte di eccellenza nell’avanzamento dei servizi non sempre sono corrispondenti alle proprie radici affettive o culturali.
A differenza però della lingua italiana che trova nel proprio dialetto le forme autentiche della radicalizzazione di un’identità, perché lingua familiare, la Lis della comunità sorda italiana ha nel valore di questo viaggio sistemico per i vari Istituti la bellezza di creare un’identità tra compagni di scuola che sconfina e va al di là della città di provenienza.
E allora è bello sapere che la bussola con cui si orientano i sordi, sono le lingue vissute, è con esse che si rapportano, pur non avendo la possibilità di ritrovarsi un giorno di nuovo vicini, restano compagni di viaggio, come se il patrimonio di conoscenze li accomunasse per sempre. Quel patrimonio di conoscenze acquisito lontano dalle famiglie, negli Istituti Specializzati, che fa identificarli con i Padri Fondatori degli Istituti ed educatori, primo fra tutti, Antonio Magarotto, educatore e fondatore dell’Ente Nazionale Sordi e Rettore dell’Istituto Statale d’Istruzione Specializzata per Sordi di Padova, in cui, al di là della propria età, dell’anno in cui si è frequentato l’Istituto, una parte della comunità sorda si riconosce nello stesso rapporto in cui gli italiani oltre che i costituzionalisti, si riconoscono nei Padri della costituzione Italiana.
Questo popolo e questa linguacultura, è fatto di italiani, ignorati e non ignoranti, che vivono  in uno Stato, quello italiano, cui appartengono di diritto: uno “Stato Smemorato”, che dimenticando l’Art 6 della Costituzione non riconosce la Lis come Lingua dei Segni Italiana  ma li considera “ugualmente” cittadini italiani.

Pubblicando questo articolo in blog viene censurato automaticamente il capoverso cui si accenna al Congresso Internazionale per il miglioramento della sorte dei Sordomuti, sia al secondo capoverso, che in nota bibliografica, ne ignoro le ragioni. Il Congresso si tenne a Milano dal 6 all'11 Settembre 1880 e rappresentò una svolta nella storia educativa dei sordi, a seguito dell'approvazione della risoluzione con cui si bandiva la lingua dei segni adducendo come motivazione "la superiorità della parola sul gesto" e determinando di fatto l'affermazione del metodo educativo basato sull'oralismo puro.



* Nota ICongresso Internazionale per il miglioramento della sorte dei Sordomuti, rappresenta una svolta nella storia dell'educazione dei sordi. Fu approvata una risoluzione che esaltava la lingua orale e che bandiva la lingua dei segni.

Nadia Lisanti

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