lunedì 25 luglio 2016

Ritratti. Nato a Palermo in una famiglia di persone udenti, Andrea Falanga, Lis Performer per amore di una bambina.



Andrea Falanga, nasce a Palermo in una famiglia di persone udenti. Dopo gli studi per diventare Assistente alla Comunicazione LIS (Lingua dei Segni Italiana), professione in Italia poco conosciuta, al di fuori degli ambienti specialistici, intraprende la professione artistica con successo e dopo “Il Notre Dame de Paris in LIS”, opera teatrale della regista e giornalista Laura Santarelli, affianca la sua arte di Interprete Performer Lis alla figura del cantante Matteo Setti. Lo incontriamo per dare voce a questo affascinante mondo silenzioso, cercando di interpretare il senso, non comune, di una vicinanza alla cultura Sorda:

·        Andrea Falanga come nasce la tua storia di attore, Interprete LIS, LIS Performer?
“Tutto ebbe inizio grazie a lei, la bimba che conobbi e che sarebbe poi diventata mia moglie, Aida Catalano, lei che aveva alle spalle generazioni di sordi, una madre sorda e un padre udente. La LIS, a quel punto, mi scorre come il sangue nelle vene, diventa di fatto la mia seconda lingua. Le mie tecniche si raffinano sempre di più quando comincio a frequentare  riunioni religiose, dedicate a persone sorde, in cui mi presto come interprete volontario.
Nel 2007 Andrea decido di intraprendere i corsi di formazione di 1° e 2° livello e, nel 2008, di 3° livello di Assistente alla Comunicazione, per poter così lavorare nelle scuole. Il profilo è ormai tracciato, inizio il percorso formativo. Entro a far parte di una cooperativa affiliata all'ENS di Palermo a titolo di Assistente alla Comunicazione e Accompagnatore-Autista per il servizio pomeridiano.”

L’obiettivo rimane costante, migliorarsi e crescere, definire con qualità il proprio potenziale per poter diventare un interprete. Ma la strada è in salita…Cosa succede a questo punto?
“Le occasioni scarseggiano ma è vietato arrendersi!Finchè nel 2013 decido di frequentare il corso dell'AES - Accademia Europea Sordi - ONLUS di Roma,   la cui Presidente e Coordinatrice  è Laura Santarelli, interprete del TG1 in RAI.
Il corso, oltre ad affinare gli aspetti interpretativi della LIS per diventare un bravo interprete, mi rivela la naturale inclinazione nei confronti dell’Arte. E qui ancora l’inaspettato e insperato arriva a sorprendermi: l’occasione è quella di intraprendere un percorso da performer e per portare in scena un progetto musical-teatrale in Lingua dei Segni, lo spettacolo “Notre Dame de Paris” in versione LIS, diretto e ideato dalla stessa Laura Santarelli, che ha come obiettivo una maggiore partecipazione dei sordi nel mondo del teatro. Decisiva la performance artistica che presento: la canzone “Dio ma quanto è ingiusto il mondo” (originariamente cantata da Giò Di Tonno nel musical tanto acclamato), durante una lezione di cui Laura Santarelli presiede la direzione. La Santarelli, piacevolmente sorpresa della mia interpretazione, decide di affidare il ruolo da protagonista, precedentemente da lei interpretato, al promettente allievo, che inaspettatamente supera il Maestro. Il corso porta i risultati sperati, il voto finale è 110 e lode ma, soprattutto, mi cuce addosso il ruolo di Quasimodo, che porto per la prima volta in scena proprio a Palermo nel giugno 2013.”
·        A questo punto Andrea Falanga Lis performer è pronto per la sua ascesa professionale,  e proprio all’apice della sua formazione ed espressione artistica fa un nuovo incontro decisivo…
“Gli eventi si susseguono, con “Notre Dame de Paris” in versione LIS, calco la scena di alcuni dei palchi più prestigiosi del Paese come il Teatro Augusteo di Salerno, il Brancaccio e il Teatro Olimpico di Roma; in quest’ultimo spettacolo la partecipazione di un ospite illustre, interprete di questo musical, Matteo Setti, che dà al suo personaggio, Gringoire, la voce che abbiamo imparato a conoscere. L’incontro con Matteo mi porta a desiderare di proseguire con più determinazione sulla strada del teatro e dell’interpretazione e a sensibilizzare un numero crescente di persone sul meraviglioso ed espressivo mondo della Lingua dei Segni Italiana.”
·        Della tua esperienza, breve ma intensa, professionalmente valida con la LIS (Lingua dei Segni Italiana) cosa hai lasciato di te stesso, cosa hai compreso, cosa ti è rimasto?
“Tutto è iniziato molto rapidamente, ogni persona ti da sempre qualcosa e nella vita non si finisce mai di imparare. Quando salgo sul palco, l’odore del palco, l’attesa, il cuore che batte, è tutto reale per me, diventa tutto semplice, cuore, dalla prima all’ultima goccia di sudore.
Tutto inizia dalle prove, da quando ti siedi e inizi a scrivere, buttare giù le idee, cercare i brividi… Quando il pubblico risponde con gli applausi, la gioia immensa…
Il mio obiettivo vuole essere emozionare ed emozionarsi sempre…Cercare la meraviglia attraverso le mie mani, sentir vibrare il cuore.
Ho capito che non è tutto scontato, in questo mondo serve tanta passione, sacrificio, inventiva…Non bisogna scalciare, sentirsi protagonisti, bisogna essere molto, molto umili… Imparare in silenzio da chi ha più esperienza di te, ringraziare e imparare.”
·        Progetti per il futuro? Puoi raccontarci qualcosa?
“Sto selezionando delle canzoni italiane e straniere da poter interpretare in Lis. Vorrei creare dei video con il mio gruppo di Palermo, coreografare canzoni con altri interpreti è uno dei miei sogni. Ma non sono solo, tutto ciò lo farò con l’aiuto di Matteo Setti. Voglio far avvicinare tutto il pubblico al mio mondo e mettere insieme queste due tipologie di artisti creando un unico grande show.”
·        Cos’è per te la Cultura Sorda in Italia, alla luce del mancato riconoscimento nazionale della Lis come lingua nazionale?
“Il riconoscimento della Lingua dei Segni in Italia aprirebbe tantissime opportunità che, oggi, ai sordi sono negate, e per loro sarebbe una grande conquista che premia e risarcisce per anni di lotte e delusioni. Un diritto che i sordi hanno è quello del riconoscimento della loro lingua, la LIS, una lingua vera e propria, con una struttura grammaticale ben precisa, come qualsiasi altra lingua esistente. Ma c’è ancora troppa poca coerenza tra quello che si dice e i pochi fatti.”
·        Come cambieresti il mondo della scuola, rispetto all’inserimento delle figure specialistiche preposte allo sviluppo e crescita delle persone sorde, in virtù della tua esperienza?
“Almeno qui da noi, ti parlo della realtà di Palermo, gli assistenti alla comunicazione in Lis, come figure specifiche preposte nel mondo scolastico iniziano tardi ad entrare nelle scuole…Alle superiori il lato emotivo, la personalità di un ragazzo sordo è ben formata, è adulta. Quindi tutto dovrebbe avere inizio nella scuola d’infanzia e dovrebbe essere inserito l’interprete Scolastico, è una figura davvero fondamentale per la crescita dell’alunno…Poi per concepire l’inclusione a 360°, la Lis dovrebbe essere ovunque, dalla Recita di Natale ai saluti di fine anno scolastico, dalla musica al teatro…Inclusione vera significa tutto con i sordi e per gli udenti  che vogliono avvicinarsi a questo mondo.”
·        Ti ringrazio per questa preziosa testimonianza, ti lasciamo al tuo nuovo lavoro con Matteo Setti…Prima di andar via puoi lasciarci un “segno” di differenza, se c’è, tra l’interpretazione a teatro e l’interpretazione con lui?
“Quando sali sul palco tutto diventa teatro.
Collaborare con Matteo è un continuo imparare, ti fa sentire a tuo agio, è un artista pieno di risorse, una grande esperienza internazionale messa a disposizione di un mondo sconosciuto ai più. Lui sarà impegnato con il nuovo tour italiano di “Notre Dame dei Paris” ma cercherà di seguire anche questo progetto attivo per promuovere l’Arte in Lingua dei Segni. Quando si va ad interpretare sul palco si studia un modo di “cantare” che, comunque sia è artificiale, “registrato”; avere accanto Matteo in live, invece, amplifica l’emozione, la sua voce e l’interpretazione entrano proprio dentro. Una persona umile e pronta a mettersi in gioco anche con la Lingua dei Segni e devo dire che “Il Tempo delle Cattedrali” è già entrata nelle  “corde” delle sue mani.”


Nadia Lisanti


Nessun commento:

Posta un commento