Ritratti. L'attore Ettore Bassi: "Quando vesto i panni di Angelo Vassallo mi sento responsabilizzato"
Il lavoro di adattamento
teatrale, la sua trasposizione letteraria in un altro linguaggio, e trattandosi
di monologo soprattutto, non può prescindere da una parola: empatia. L’empatia
è quello spazio sacro all’interno del quale si entra in contatto con le
persone, immedesimandosi, senza provare compassione, in cui si comunica creando
un legame.
Ecco cosa succede quando
Ettore Bassi, attore di indiscussa bravura e professionalità, interpreta Angelo Vassallo il Sindaco di
Pollica ucciso il 5 Settembre del 2010 con 7 colpi di pistola andati a segno,
in un cruento agguato di camorra, mentre rientrava a casa. “Il Sindaco
Pescatore” monologo teatrale scritto da Dario Vassallo ed Edoardo Erba, diretto
da grande regista Enrico Lamanna e firmato dalla “Panart Produzioni” di Michele
Ido torna in scena il 13 Marzo al Teatro Sociale di Fasano e ancora in tour a
seguire: Bitonto, 19 marzo – Massafra, 20 marzo – Polignano, 21 marzo –
Imperia, 2 aprile – Alfonsine, 3 aprile – Lucera, 5 aprile – Nardò, 6 aprile -
Lecce 7 aprile – Grottaglie, 8 aprile – Adelfia, 10 aprile - Manfredonia, 18
aprile.
Incontro Ettore Bassi, che
in questo magnifico lavoro ci restituisce tutta la valenza esemplare della
figura di Angelo Vassallo:
•
Vestire i panni di Angelo Vassallo, una scelta che arriva nella tua vita
attraverso quale canale?
“Sono stato io stesso ad
interessarmi alla figura di Angelo Vassallo, dopo aver seguito il lavoro che la
Fondazione Vassallo porta avanti, mi sono messo in contatto con Dario Vassallo,
il fratello di Angelo, cui è sembrata una buona idea l’adattamento teatrale
sotto forma di monologo…Ed ero contento che avesse accettato”.
•
Non avevi conosciuto in vita Angelo Vassallo?
“Non ho avuto quest’onore,
no.
•
Sei attore professionista, nella tua vita ti sei misurato sia col cinema che
con il teatro, in ruoli di personalità di una certa levatura morale e
spirituale, come San Francesco per esempio…La trasposizione teatrale è stata
una scelta mirata? Come hai costruito il personaggio?
“Benchè il cinema da un certo
punto di vista possa essere più vario, si possono raccontare per immagini
situazioni diverse è vero, ma nel suo codice di comunicazione difetta per
approfondimento. Il monologo teatrale, per forma e punto di vista della
narrazione, riesce a riportare il vero senso emozionale e partecipativo della
figura del Sindaco Pescatore. Non sono un imitatore, e per indossare i panni di
Angelo Vassallo, ho sicuramente attinto da uomo del Sud a quel bagaglio che mi
porto dentro, anche nel restituirgli voce “dialettale” voglio dire…Sono stato
ad Acciaroli a cercare le atmosfere del paese, ho camminato per quelle strade,
mi sono confrontato con le persone, mi sono trasportato fisicamente all’interno
dei luoghi vissuti da Angelo Vassallo per diventare lo strumento culturale
attraverso cui veicolare la conoscenza della sua figura anche nelle scuole,
soprattutto per lasciare quel passaggio di testimone importante per le
generazioni future. In scena mi contorno di un gruppo di ragazzi, ogni volta
diversi, proprio perché avvenga questo
passaggio di consegna, perché colgano l’eredità del messaggio di Angelo
Vassallo”.
•
Lo spettacolo ritorna al Teatro Sociale di Fasano dove ha debuttato l'anno
scorso, sintomo di una crescente attenzione...Ti piacerebbe che questa storia
diventasse accessibile anche al mondo delle persone sorde?
“Mi auguro che lo spettacolo
sia sempre più accolto in teatro, che abbia sempre più diffusione…Certo!Non ci ho
mai pensato, alla traduzione in lingua dei segni italiana dello spettacolo ma
sarei aperto a fare questo esperimento. Si potrebbe realizzare con una formula
di contaminazione dei linguaggi. Il pubblico dello spettacolo finora incontrato
è trasversale, proprio per la forza “adattativa” della scrittura: in scena al
teatro e in matinée”.
•
Quale credi sia la forza di un Sindaco, che oggi siede al fianco di martiri o
eroi o piuttosto Uomini, semplici uomini al servizio delle istituzioni come
G.Falcone, P. Borsellino, P.Impastato e cosa provi quando diventi Angelo
Vassallo?
“Angelo Vassallo fa
riflettere sulla forza morale della vita, su come seguire un certo percorso
rispondendo ad un’etica personale e non oggettiva: ognuno di noi porta nella
realtà una verità, a volte dimentica di esprimerla, Angelo riusciva ad
esprimere verità valide per tutti, lo faceva con la sincerità, e con una giusta
dose di caparbietà. Siamo narcotizzati dall’idea che la burocrazia non si possa
scardinare, Angelo Vassallo, era il portato di una visione alternativa,
dimostrava con la sua volontà che era possibile seguire strade diverse: quando
indosso i suoi panni mi sento responsabilizzato".
•
Quando credi Angelo Vassallo sia morto e quando sia vivo ancora?
“Muore ogni volta che
qualcuno in politica ritorna ad abdicare, con un piccolo gesto, al percorso di
sostegno della moralità del fare e vive ogni volta che lo si ricorda”.
• Un caso ancora aperto, la verità sull’uccisione che non arriva…Hai mai
avuto paura?
“No mai. Io sono
semplicemente il tramite che esiste tra il lavoro della Fondazione e la società
civile…Tenere vive le coscienze delle persone non è contro nessuno”.
La strana sensazione di aver
parlato con l’attore un attimo prima che entri in scena. E di nuovo mi ritorna
la sensazione della forte empatia che lega l’attore Ettore Bassi al Sindaco
Pescatore Angelo Vassallo.
Nadia
Lisanti
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